Carta straccia e ricordi fissi di due dimensioni profonde, piccoli particolari lisci striscianti, polvere lasciata li in un angolo ad attendere che qualcuno possa ricordare e fissare su altre due dimensioni tutto ciò che chiunque altro non aveva visto, proporzioni, sproporzioni e distrazioni, un taglia e cuci della memoria, nella memoria, un dono di dinamismo allo statico muto mutare di immagine.
In parole meno auliche ho cercato nella memoria fissa dei miei ricordi cartacei uno spunto creativo rivolto a rivoluzionare le immagini già prodotte, per riprodurre il mio stato d’animo attraverso piccoli particolari all’interno di pose banali e stereotipe, per rendere giustizia attraverso il mio sguardo alle sensazioni più nascoste di una fotografia commerciale.